Antonio Viglino
Conoscitore delle dottrine esoteriche dell’India, dell’Egitto, del Tibet, della Qabbalah, della Alchimia e della filosofia
pre-teoretica, Antonio Viglino concorre a perpetuare la tradizione della Scienza Sacra, quel patrimonio di pratiche e conoscenze che il mondo occidentale ha ormai per lo più obliato
I tre templi pertinenziali alla Sfinge, da sempre considerati dagli egittologi come il complesso funerario del faraone Khafra della IV dinastia, in realtà costituiscono un messaggio in forma di disegno: la pianta di questi templi, che peraltro sono le costruzioni più inspiegabili dell’intero Egitto essendo costituiti da blocchi di dimensioni ciclopiche, rappresenta un geroglifico megalitico. Il Tempio della Valle raffigura un essere oltreumano che con una sorta di raggio colpisce il cervello di un primate, a sua volta raffigurato dal Tempio Mortuario, cagionandone l’evoluzione.
Dalla notte dei tempi tutte le religioni e tutte le Tradizioni raccontano che l’uomo sia stato creato come tale dagli “dèi”, il disegno custodito dalla Sfinge è la conferma plastica e megalitica, espressa in linguaggio diretto e non suscettibile di esitazioni interpretative, che lo certifica.
La scienza occidentale, a partire dall’Ottocento, ritiene che l’uomo discenda dalle scimmie, e la paleogenetica ha accertato che l’evoluzione abbia avuto ad oggetto primariamente l’encefalo dei primati. Il geroglifico preservato dalla Sfinge afferma gli stessi due eventi. La differenza della sapienza della Sfinge rispetto alla scienza contemporanea pertiene alla causa della venuta ad esistenza dell’homo sapiens: per le scienze moderne la causa dell’ominazione è il puro caso in condizioni di improbabilità statistica estrema, per la Scienza Sacra è l’intervento di esseri non umani.
Non solo; tutte le religioni ritengono che gli uomini abbiano anche in sé una porzione divina, ed in particolare le dottrine esoteriche, che presso ogni civiltà della Terra dalla notte dei tempi preservano quello che dicono il significato autentico della Conoscenza, affermano che si possa ascendere dalla natura umana ordinaria a piani superiori di coscienza, e che la scaturigine di questa possibilità sia proprio la scintilla divina latente in ogni uomo — “O Agni, immortale nei mortali, manifesta in noi gli dei!”, recitavano i rishi rigvedici.
Ebbene il documento della Sfinge che ebbi in sorte di disvelare mostra dondevenne la scintilla divina, e soprattutto mostra che ci sia.
La rivelazione della sfinge
Gli egizi antichi ritenevano che la Sfinge fosse depositaria di una sapienza vasta e profonda così come nei trattati del Corpus Hermeticum è scritto che Thot, il dio della saggezza, abbia nascosto in Egitto le sue conoscenze segrete.
Nella Rivelazione della Sfinge viene disvelata, dopo tanti millenni di oblio, la suprema sapienza di cui la Sfinge è custode: i tre giganteschi ed enigmatici templi che completano il sito del complesso della Sfinge raffigurano una precisa e deliberata comunicazione in forma di disegno, inscritto nella piana di Giza come un geroglifico megalitico, sfuggito alle analisi di generazioni di egittologi.
Questo documento, dal significato tanto concreto quanto pianamente razionale, si vedrà si accordi armonicamente con le diverse diramazioni della Scienza Sacra che da sempre innervano le civiltà della Terra, al punto anzi da costituire, il messaggio della Sfinge, il fondamento archetipico e la chiave di comprensione di quel vasto alveo di conoscenze che la mentalità occidentale, idolatra della più bieca ragione calcolante, non sa più intendere.
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